08/02/15
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La profezia dei Maya, l'apocalisse il 21 dicembre 2012
Roma, 28 mar. (Adnkronos) - La scomparsa dello scrittore statunitense di
origine messicana e teorico della New Age José Arguelles rilancia il dibattito sul mistero della profezia dei Maya sulla fine del mondo,
che è stato lui a collocare tra il 20 e il 21 dicembre del 2012 nel suo
celebre bestseller 'Il fattore Maya' uscito negli Stati Uniti nel 1987.

A provocare la fine del mondo, con il tramonto della presente Età
dell'Oro (la quinta secondo le 'mappe' dei Maya) sarebbero eruzioni
vulcaniche, tsunami, radiazioni dallo spazio e la comparsa di un
misterioso pianeta. Il mistero rimbalza da un sito all'altro,
alimentando la saggistica e gli approfondimenti nelle trasmissioni
televisive. L'occulta profezia divide studiosi e profani,
esperti di astrologia e archeologici, legando tra loro la Piramide di
Giza con i templi indù di Angkor Vat in Cambogia, passando per la
piramide del Sole a Teotihuaca'n.




Un mistero che parrebbe racchiuso nelle inspiegabili scritture della
pianura di Nazca ma che abita anche i megaliti di Stonehenge, dove i
saggi si davano appuntamento per leggere nel 'calderone' del destino.
Anelli di una catena di messaggi esoterici, che alimentano le teorie e
accendono il confronto tra i titoli nelle librerie.




A fondare le loro tesi, i sostenitori della profezia Maya ricordano che il 20 dicembre 2012 si concluderà il ciclo del 'lungo Computo' del calendario Maya.
Il giorno successivo a tale data, ci sarà il solstizio d'inverno e il
Sole si troverà allineato con il centro della Via Lattea, un evento che
non si ripete da 26.000 anni. Nel 2012, inoltre, l'attività solare avrà
un picco e ci aspettano tempeste solari in grado di paralizzare la
nostra società. Il 21 dicembre 2012 un pianeta misterioso (pianeta X, o
Nibiru) la cui orbita è aldilà di Plutone, si scontrerà con la Terra,
mentre si sveglierà il vulcano di Yellowstone con la sua pioggia di
fuoco.




Da un'iscrizione sul monumento 6 del sito archeologico di Tortuguero, in Messico, si ricava la data del 2012: accadrebbe qualcosa che farebbe uscire dal millenario silenzio una misteriosa divinità Maya, Bolon Yokte,
associata in genere alla guerra e alla creazione. Da qui l'eventuale
profezia Maya. Risultano tuttavia altre tavolette che riportano date
successive al 2012, cosa che fa ritenere che i Maya non pensassero a
questo giorno come all'ultimo.




E se alcuni ritengono che la terra si fermerà per 72 ore, per poi riprendere a ruotare in senso inverso,
la credenza secondo cui si assisterà a catastrofi il 21 dicembre 2012 o
in vicinanza di quella data, è una previsione considerata errata da
molti studiosi degli antichi Maya. Per Sandra Noble, executive director
della Foundation for the Advancement of Mesoamerican Studies, Inc. a
Crystal River in Florida, ''rendere il 21 dicembre 2012 come un Giorno
del giudizio o un momento di cambiamento cosmico è una completa
invenzione''.




Secondo altri, invece,il 21 dicembre 2012 dovrebbe finire 'un anno galattico':
la profezia in questo caso indicherebbe che vi saranno grandi
cambiamenti climatici ma anche 'rivoluzioni' spirituali tra gli esseri
umani, ma il mondo dopo quella data continuerà ad esistere. Nel
dibattito, si aggiungono le tesi dei fratelli tedeschi Bohumil e Vladimir Bohm. Il primo è un matematico, l'altro docente di storia e cultura Maya: secondo i loro calcoli, l'anno esatto della 'fine dei tempi' sarebbe il 2116.




L'errore sarebbe dovuto alla presenza di due calendari Maya, uno religioso di 260 giorni e quello agricolo che durava 365 giorni.
Le loro settimane erano di 9 giorni. E poi c'era il cosiddetto ciclo
lungo, fatto di 1 872.000 giorni il collegamento tra i due calendari è
molto complesso e proprio qui si nasconderebbe l'errore che farebbe
saltare la tesi di John Eric Sidney Thompson, l'archeologo che per primo
si è occupato parallelamente dei due sistemi.




Per altri ricercatori, infine, la risposta sarebbe racchiusa nell'ultima pagina del codice di Dresda.
Stando infatti all'interpretazione dei disegni effettuata
dall'antropologo Arlen F. Chase, dell'Università della Florida, sarebbe
prevista una serie di inondazioni della superficie terrestre.
Nel frattempo, gli studiosi della 'legge del tempo', continuano il loro
viaggio nella carte di un popolo misterioso che racchiude ancora
segreti.




Fonte





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